Selvatici, nuova Pac, competitività: ecco i nodi da sciogliere per le imprese dell’Alto Lago

I selvatici che assediano il territorio, tra speranze e cautele nei confronti del “cambio di rotta” annunciato dalla Regione. Una nuova Pac da migliorare su più punti e le dinamiche internazionali che, soprattutto sul fronte dei prezzi e della concorrenza, sono un ostacolo alla competitività delle imprese: dinanzi alla crisi dei prezzi e alle follie Ue che minacciano l’agricoltura nazionale, la voce degli imprenditori agricoli dell’Alto Lago si leva forte e chiede soluzioni.

In tanti oggi hanno preso parte all’incontro iniziato a Porlezza nel primo pomeriggio presso la sede del Bim (Bacino Imbrifero) dove la sala era gremita: un’occasione – riferisce Coldiretti Como Lecco per affrontare le problematiche, ma anche per condividere con le imprese i risultati già ottenuti, come il ritiro del regolamento agrofarmaci che prevedeva il dimezzamento dei prodotti fitosanitari disponibili, ma anche e soprattutto per confrontarsi sui problemi che interessano le singole filiere e sulle prossime battaglie da combattere.

Diversi gli interventi delle imprese, in primis sul problema dei selvatici: due ore di confronto pacato e costruttivo in cui è si è ripercorso il cammino degli ultimi anni in relazione alla problematica, e fatto il punto sullo stato dell’arte.

“La Coldiretti ha predisposto un Piano di misure, presentate al Governo, per continuare a dare risposte: si va dal ripristino dell’esenzione Irpef agli aiuti per le filiere in crisi fino alla moratoria sui debiti” ha detto Fortunato Trezzi, presidente di Como Lecco parlando agli imprenditori agricoli.

“Con i nostri incontri si punta a valutare le priorità trasversali ai diversi territori e le ulteriori azioni da mettere in campo: ad esempio, lunedì prossimo, 26 febbraio, saremo nuovamente a Bruxelles”

L’aumento dei tassi di interesse, i costi di produzione in crescita con le guerre, l’inflazione che riduce il potere di acquisto e le conseguenze di alcune scelte sbagliate dell’Unione Europea – ha ricordato Trezzi – stanno determinando situazioni di difficoltà in numerose aziende. A livello nazionale sono necessari alcuni interventi che rispondano innanzitutto alla difesa del reddito delle aziende agricole.

“Raccogliamo ancora una volta il grido d’allarme sulla fauna selvatica, e invitiamo anzi gli imprenditori a continuare a segnalare i danni a Coldiretti. Questo ci consente di fare il dovuto pressing e, dopo mesi di azioni, incontri istituzionali e azioni sul territorio culminate nel convegno del 9 ottobre scorso a Erba, ora la Regione Lombardia ha istituito una task force l’attuazione delle normative, rimuovendo – cito le parole dell’assessore Beduschi – negligenze, ostacoli e personalismi che allontanano dalla risoluzione di un problema che potrebbe generare conseguenze gravissime. Con cadenza settimanale la Regione ora avrà a disposizione i dati per trovare soluzioni immediate, bypassando un sistema di segnalazioni che ora si disperdono in siti diversi o addirittura vengono effettuate a voce. Ogni provincia avrà quindi la responsabilità di coordinare azioni e determinare numeri che saranno valutati settimanalmente. Su questo vigileremo senza sconti a nessuno e, anzi, siamo pronti a denunciare – anche penalmente – ogni ostacolo che verrà posto su quella traiettoria di risoluzione del problema che, finalmente, si intravede”.

Il presidente Trezzi ha ricordato anche l’annuncio dell’inserimento nel Milleproroghe della proroga dell’entrata in vigore dell’obbligo di assicurazione per i mezzi agricoli, come richiesto da Coldiretti. Ma serve lo stop anche alle vendite sotto i costi di produzione e più controlli contro le pratiche sleali. Sulle emergenze agricole “è necessario il decreto attuativo con un primo stanziamento per le filiere in crisi, e sulle assicurazioni agevolate bisogna procedere a pagamenti immediati per le annualità 2022 e 2023. In Europa, serve semplificare la possibilità per gli Stati membri di erogare un aiuto diretto a diminuire i costi delle imprese o indennizzare i danni subiti nelle emergenze e nelle crisi. Allo stesso tempo si propone di poter aumentare i fondi per gli aiuti diretti Pac in modo da compensare l’inflazione non conteggiata oggi”. Per attutire l’effetto dell’aumento dei tassi di interesse bancari, combinato con l’inflazione e l’incremento dei costi di produzione, è poi necessaria una moratoria dei debiti delle imprese agricole a livello europeo.

La Coldiretti – ha proseguito Trezzi – “chiede anche la cancellazione definitiva delle regole europee che impongono di lasciare terreni incolti. Occorre poi dire basta alla concorrenza sleale dei Paesi terzi ed introdurre con decisione il principio di reciprocità per fare in modo che tutti i prodotti che entrano nell’Unione rispettino gli stessi standard dal punto di vista ambientale, sanitario e delle norme sul lavoro previsti nel mercato interno. E va allargato il fronte del no al cibo artificiale”.

Importante la tutela del reddito dell’agricoltura di pianura e, soprattutto, montagna, ove va riconosciuto il valore e il ruolo di presidio territoriale svolto dagli agricoltori, e propedeutico ad assicurare anche un futuro ricambio generazionale: “Va assolutamente garantito – ha aggiunto Rodolfo Mazzucotelli, direttore Coldiretti Como Lecco – una giusta remunerazione, un giusto reddito per gli agricoltori. Sostenere gli accordi di filiera serve proprio a costruire mercati più equi, con una più giusta distribuzione del valore. Da questo punto di vista saranno strategici i nuovi Psr legati alle specificità dell’agricoltura di montagna. Ma è fondamentale legare la nuova Pac anche al rafforzamento della direttiva contro le pratiche sleali. Per un vero sviluppo rurale servono regole semplici. Con la stessa logica, servono risorse per favorire la ricerca agricola, ad esempio sullo strumento delle Tea, la nuova genetica green. L’Unione europea deve lanciare una grande campagna di sostegno all’agricoltura di precisione con meccanismi di aiuto efficaci e semplici. Allo stesso tempo va sbloccata l’autorizzazione per il pieno utilizzo del biodigestato come fertilizzante naturale alternativo a prodotti di sintesi. A livello nazionale per garantire la disponibilità di terreni fertili occorre anche fermare il fotovoltaico a terra con un decreto immediato del Ministero dell’Ambiente sulle aree idonee per fermare le speculazioni. Anche sulla fauna selvatica bisogna fare di più riducendo la pressione dei cinghiali sulle colture, dando la possibilità agli agricoltori di difendere le terre. Sul lavoro agricolo Coldiretti chiede di contenere i costi indiretti e ridurre la burocrazia in linea con i nostri competitor”.

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